venerdì 7 ottobre 2011

Amare Prévert




Jacques Prévert


Non riesco ad immaginare Prévert, il grande poeta francese, da me amato sin dagli anni giovanili senza  l’immancabile “gitanes” fra le labbra, forte e grintosa come lui,  personaggio controverso, fortemente osteggiato dalla critica per la sua poesia “troppo facile”, “troppo scontata” secondo i salotti letterari di allora, non considerando che la sua elaborazione del linguaggio è volutamente semplicistica, immediata, come la vita che vuole rappresentare.
È una poesia da leggersi  ad alta voce, più parlata che scritta, fatta per entrarci “dentro” attraverso i temi a lui cari: i poveri, la religione, l’infanzia, il dolore, la guerra, gli animali, uccelli in particolare, l’amore.
Il suo concetto di amore, prepotente, assoluto,  un amore sofferto, tradito, sublime, disprezzato ma irrinunciabile, viene da lui visto come unica forma di salvezza per l’uomo. L’amore capace di farci ridiventare bambini, l’amore che non mistifica, l’amore al di sopra di ogni volgarità e ipocrisia che lui, anarchico pacifista, contrario a qualsiasi forma di imposizione e falso perbenismo vuole affermare.
Prévert è tutto e il contrario di tutto. 
Prévert è I ragazzi che si amano e Le foglie morte, Barbara e Questo amore, Prima colazione e Lo sforzo umano...

Prévert è

foto - leopolodo de cicco



canto d’amore senza tempo, poesia stupenda entrata nell’immaginario collettivo per la delicatezza e la sublimazione dei versi

nondimeno di quest’altra poesia che voglio proporre per lo straziante urlo di dolore del poeta che vede strapparsi l’amore a causa della guerra insulsa e distruttrice.


Ricordati Barbara
Pioveva senza sosta quel giorno su Brest
E tu camminavi sorridente
Serena rapita grondante
Sotto la pioggia

Ricordati Barbara
Come pioveva su Brest
E io ti ho incontrata a rue de Siam
Tu sorridevi
Ed anch'io sorridevo

Ricordati Barbara
Tu che io non conoscevo
Tu che non mi conoscevi

Ricordati
Ricordati quel giorno ad ogni costo
Non lo dimenticare
Un uomo s'era rifugiato sotto un portico
E ha gridato il tuo nome
Barbara
E sei corsa verso di lui sotto la pioggia
Grondante rapita rasserenata
E ti sei gettata tra le sue braccia

Ricordati questo Barbara
E non mi rimproverare di darti del tu
Io dico tu a tutti quelli che amo
Anche se una sola volta li ho veduti
Io dico tu a tutti quelli che si amano
Anche se non li conosco

Ricordati Barbara
Non dimenticare
Questa pioggia buona e felice
Sul tuo volto felice
Su questa città felice
Questa pioggia sul mare
Sull'arsenale
Sul battello d'Ouessant

Oh Barbara
Che coglionata la guerra
Che ne è di te ora
Sotto questa pioggia di ferro
Di fuoco d'acciaio di sangue
E l'uomo che ti stringeva tra le braccia
Amorosamente
E' morto disperso o è ancora vivo

Oh Barbara
Piove senza sosta su Brest
Come pioveva allora
Ma non è più la stessa cosa e tutto è crollato
È una pioggia di lutti terribili e desolata
Non c'è nemmeno più la tempesta
Di ferro d'acciaio e di sangue
Soltanto di nuvole
Che crepano come cani
Come i cani che spariscono
Sul filo dell'acqua a Brest
E vanno ad imputridire lontano
Lontano molto lontano da Brest
Dove non vi è più nulla

1 commento:

di tutto un po' ha detto...

Questo amore, così violento, così fragile, così tenero, così disperato........ La poesia di Prèvert, indimenticabile che ci porta lontano con le ali del ricordo di tanti anni trascorsi assieme alla donna che nonostante l' età continua a sopportarci ed a dispensarci il suo, di amore.
In questo 8 marzo è doveroso un pensiero anche a lei, con tutto l' amore che possiamo